LA FOTOGRAFIA DI GIANNI BOATTINI artista fotografo
LA FOTOGRAFIA DI GIANNI BOATTINIartista fotografo 

PAROLE SCRITTE

(scritte senza penna)

LA FOTOGRAFIA CONCETTUALE

La fotografia concettuale è un'espressione artistica che va oltre la mera rappresentazione visiva di un soggetto. Questo genere fotografico si concentra sul viaggio creativo dell'autore, ponendo l'accento su idee, concetti e narrazioni piuttosto che sulla semplicistica bellezza estetica. Nella fotografia concettuale, l'immagine diventa un veicolo per esplorare tematiche complesse, emozioni e riflessioni personali, permettendo al fotografo di comunicare emozioni e messaggi in modo diretto o simbolico. In questo contesto, la narrazione assume un ruolo fondamentale.

 

Un'immagine concettuale può raccontare una storia attraverso una singola inquadratura, ma sarebbe più appropriato dire che racconta una "storia aperta", lasciando spazio all'interpretazione. I fotografi possono utilizzare la fotografia per interrogarsi e interrogare gli altri su questioni sociali, culturali o filosofiche, stimolando una riflessione critica. La fotografia concettuale è un campo affascinante e in continua evoluzione, che sfida le convenzioni tradizionali e invita sia i fotografi che gli spettatori a esplorare il significato dietro le immagini. Attraverso la fusione di arte e idea, questo genere consente una comunicazione profonda e complessa, rendendo ogni scatto una potenziale opera d’arte.

10 FOTOGRAFI CONCETTUALMENTE CONCETTUALI

 

Cindy Sherman: Famosa per i suoi autoritratti in cui si veste e si trucca per assumere diverse identità femminili, Sherman esplora temi di identità e rappresentazione di genere.

 

Jeff Wall: Conosciuto per le sue grandi fotografie in stile tableau che raccontano storie complesse e spesso fanno riferimento a opere d'arte classiche.

 

Andreas Gursky: Le sue fotografie grandiose e dettagliate di paesaggi urbani e interni commerciali mettono in discussione il concetto di realtà e rappresentazione.

 

Thomas Ruff: Attraverso vari progetti fotografici, Ruff esplora i limiti della fotografia, utilizzando tecniche digitali e sperimentando con la forma e il contenuto.

 

Duane Michals: Conosciuto per l'uso di sequenze fotografiche e testi scritti a mano, Michals combina elementi narrativi e concettuali per esplorare temi di tempo, amore e mortalità.

 

Robert Rauschenberg: Sebbene non sia esclusivamente un fotografo, le sue opere miste (combining painting, photography and assemblage) hanno avuto un impatto significativo sulla fotografia concettuale.

 

Sherrie Levine: Con le sue opere che sfidano il concetto di originalità attraverso la riappropriazione di immagini esistenti, Levine esplora la relazione tra autorialità e riproduzione.

 

Sophie Calle: Artista e fotografa, Calle utilizza la fotografia per esplorare temi di identità, intimità e vulnerabilità, spesso incorporando elementi narrativi nei suoi progetti.

 

David Hockney: Notoriamente conosciuto per i suoi dipinti, Hockney ha anche realizzato opere fotografiche che coinvolgono collage e prospettive multiple, trasformando il modo in cui percepiamo il tempo e lo spazio.

 

Martha Rosler: Attraverso il suo lavoro che combina fotografia e video, Rosler esplora questioni sociali e politiche, come la guerra, il femminismo e l’urbanistica.

 

DUE RIFLESSIONI RIFLESSE

Spesso ciò che vediamo può essere influenzato da illusioni che ingannano il nostro cervello, creando immagini che non corrispondono alla realtà fisica.

 

L'occhio umano può percepire solo una certa gamma di lunghezze d'onda della luce, il che significa che ci sono molti aspetti del mondo che non possiamo vedere.

SOGNO O SON DESTO?

La realtà può essere interpretata in modi diversi a seconda del contesto in cui un'immagine viene presentata. Una foto può essere utilizzata per raccontare una storia che non riflette necessariamente ciò che è accaduto realmente. Quindi, una fotografia cattura solo un momento specifico nel tempo e nello spazio; non può ritrarre l'intera esperienza o la complessità di una situazione.

In sintesi, mentre la fotografia cattura momenti della realtà, è anche soggetta a interpretazione e manipolazione, il che solleva domande sulla sua veridicità e sull'interpretazione di ciò che considera "reale".

VEDO NUDO...ma ne sei proprio sicuro?

 

Nell'antichità, specialmente in Grecia, il nudo era sinonimo di perfezione e armonia. Gli antichi greci celebravano il corpo umano come una manifestazione divina, rappresentando atleti e divinità in pose che esaltavano la bellezza fisica. Il nudo era associato alla virtù, alla forza e alla bellezza estetica, un'ideale che pervadeva non solo l'arte, ma anche la filosofia. Tuttavia, il significato del nudo differiva notevolmente a seconda del contesto: mentre era accolto con ammirazione in alcune pratiche (come i giochi olimpici), in altri ambienti, come gli spazi privati o gli ambienti aristocratici, il nudo era visto come qualcosa di scandaloso o provocante. Con l'avvento del Cristianesimo, la percezione del nudo subì una significativa metamorfosi. Durante il Medioevo, la celebrazione del corpo fu sostituita da una visione morale e spirituale. Il corpo umano divenne simbolo di peccato e corruzione; di conseguenza, molte opere d'arte rappresentavano la figura umana in modo stilizzato e spesso coperto. Il nudo non era più una celebrazione di bellezza, ma una rappresentazione del peccato originale e della fragilità dell'esistenza umana. La scultura e la pittura si concentravano maggiormente su tematiche religiose e spirituali piuttosto che su un'espressione della bellezza naturale. Il Rinascimento segnò un ritorno al nudo come simbolo di bellezza e perfezione. Gli artisti come Michelangelo e Raffaello reintrodussero la figura umana nella loro arte, non solo come un oggetto da ammirare, ma come un elemento fondamentale della rappresentazione dell'umanità e della divinità. In questo periodo, il nudo divenne un mezzo potente per esplorare la condizione umana, l’emotività e la spiritualità. Tuttavia, anche in questo contesto, il nudo non era privo di controversie: i toni erotici e sensuali di molte opere d'arte suscitavano polemiche e dibattiti. 

Con il Barocco, il nudo acquistò una dimensione più erotica e drammatica. Gli artisti, come Caravaggio e Rubens, si concentrarono su aspetti più sensoriali e passionali della figura umana. Il corpo divenne un veicolo di espressione per emozioni forti, mentre l'illuminazione e la composizione teatrale intensificavano il senso di drammaticità. In questo contesto, il nudo non era solo un atto di bellezza, ma una riflessione sui desideri e le pulsioni umane. Durante il XIX secolo, il nudo tornò nuovamente a essere oggetto di discussione, in parte a causa dei cambiamenti sociali e culturali che sconvolgevano l'Europa. La nascita del movimento romantico portò con sé una nuova considerazione del corpo umano come simbolo di libertà e natura. Artisti come Gustave Courbet e Édouard Manet sfidarono le convenzioni sociali del loro tempo, utilizzando il nudo per esplorare temi di autenticità e verità. Le loro opere spesso provocavano scandalo, invitando il pubblico a riconsiderare la propria comprensione del nudo e della moralità.

Con l'avvento del XX secolo, il nudo nell'arte subì una serie di trasformazioni radicali. Movimenti come il surrealismo e l'arte moderna reintrodussero il corpo in modi sempre più audaci e provocatori. Artisti come Pablo Picasso e Francis Bacon utilizzarono il nudo per esplorare temi di identità, disforia e alienazione. In questo periodo, il nudo divenne un simbolo di rebus e sovversione, in contrasto con le tradizionali rappresentazioni di bellezza e perfezione. Oggi, il nudo continua a essere un tema importante nell'arte contemporanea, ma il suo significato si è espanso in nuovi contesti sociali. Il dibattito sull'identità di genere, sul corpo e sulla sessualità occupa un ruolo centrale. Artisti come Cindy Sherman e Jenny Saville utilizzano la rappresentazione del nudo per interrogare le norme sociali e le aspettative legate al corpo femminile e maschile. La body positivity e il superamento degli stereotipi legati alla bellezza hanno reso il nudo un mezzo per la rivendicazione e l'affermazione di diverse identità.

MA MI FACCIA IL PIACERE, LA SMETTA!

Non è necessariamente vero che per fare una buona fotografia sia indispensabile avere una buona macchina fotografica. Certo, una macchina di qualità può offrire vantaggi in termini di risoluzione, prestazioni in condizioni di scarsa luminosità e funzionalità avanzate, ma ci sono molti altri fattori che influenzano la riuscita di una fotografia.

Vediamoli insieme:

 

Composizione: La capacità di inquadrare bene il soggetto è fondamentale. La composizione, l'uso della luce e la scelta dell'angolo di ripresa possono fare una grande differenza. 

 

Illuminazione: La luce è uno degli elementi più importanti in fotografia. Anche una semplice macchina fotografica può produrre immagini straordinarie se utilizziamo la luce in modo creativo.

 

Tecnica: Conoscere le basi della fotografia, come l'esposizione, l'apertura del diaframma e la sensibilità ISO, possono migliorare notevolmente le immagini.

 

Creatività: Essere in grado di pensare fuori dagli schemi e trovare nuove angolazioni o soggetti può portare a risultati sorprendenti, indipendentemente dalla macchina fotografica usata.

 

Esperienza: Con il tempo e la pratica, anche una macchina fotografica di livello inferiore può produrre risultati eccezionali.

DOVE TROVO LA REALTA'?

La realtà che percepiamo è in gran parte costruita dal nostro cervello, che interpreta e organizza le informazioni sensoriali in modi a volte distorti. Le illusioni ottiche, gli inganni uditivi, le esperienze tattili soggettive, le diverse percezioni degli odori e l'interpretazione del gusto dimostrano che la nostra "realtà" è, in parte, un'illusione.

In questo contesto, diventa evidente che fidarsi ciecamente dei nostri sensi può portarci a conclusioni errate. La consapevolezza che le nostre percezioni possono essere influenzate non solo dai dati sensoriali, ma anche dalle nostre esperienze, emozioni e contesti, è cruciale per comprendere il mondo che ci circonda. In definitiva, i nostri cinque sensi sono sia le finestre nella realtà, sia i filtri che possono distorcerla. La vera sfida sta nel discernere ciò che è reale da ciò che è solo percezione.

MA COSA FOTOGRAFIAMO?

La luce riflessa è fondamentale per la visione umana e per la maggior parte delle esperienze visive. Quando la luce colpisce un oggetto, essa viene riflessa e entra nei nostri occhi, permettendoci di percepire la forma, il colore e altri dettagli dell'oggetto. Senza luce riflessa, non avremmo la capacità di vedere nulla, poiché i nostri occhi necessitano di fotoni (particelle di luce) che viaggiano verso di essi.

Quindi sono i fotoni che colpendo la retina permettono la percezione delle immagini? 

GLI OBIETTIVI INDISPENSABILI

 

Standard: 50mm

Tra gli obiettivi più versatili per un fotografo c'è sicuramente il classico 50mm. Con una lunghezza focale che si avvicina all’angolo di visione dell’occhio umano, il 50mm è ideale per ritratti, paesaggi e fotografie di strada. Questo obiettivo offre una qualità dell'immagine eccezionale e una buona apertura, consentendo di ottenere sfondi sfocati (bokeh) deliziosi. Dal punto di vista tecnico, il 50mm è spesso molto luminoso (f/1.8 o f/1.4), permettendo riprese in condizioni di scarsa illuminazione.

 

Grandangolare: 24mm o 35mm

Un obiettivo grandangolare è essenziale per chi si dedica alla fotografia di paesaggi, architettura o interni. Un 24mm, per esempio, consente di catturare scene ampie e panoramiche, mentre il 35mm si presta a situazioni più intime, mantenendo una certa distorsione naturale. Tali obiettivi, grazie al loro campo visivo più ampio, sono fondamentali per raccontare storie visive complesse e per comunicare l’immensità di un luogo. La teoria dell'inquadratura diventa quindi cruciale: il fotografo deve saper gestire le linee guida e la composizione per non ottenere effetti indesiderati come la distorsione.

 

Teleobiettivo: 70-200mm

Per i fotografi di sport, fauna selvatica o ritratti, un teleobiettivo come il 70-200mm rappresenta un indispensabile strumento. Questo obiettivo permette di avvicinarsi ai soggetti mantenendo una certa distanza, riducendo il rischio di disturbo e catturando dettagli altrimenti inarrivabili. La capacità di isolare il soggetto dallo sfondo è un aspetto tecnico fondamentale; un buon teleobiettivo può creare immagini con un’ottima separazione dai fondali, rendendo il soggetto protagonista.

 

L’obiettivo fisso: la creatività della limitazione

Infine, un buon obiettivo fisso, come un 85mm o un 135mm, offre al fotografo un'opportunità unica di esplorare la creatività attraverso la limitazione. Questi obiettivi, spesso molto luminosi, permettono di sperimentare con la messa a fuoco selettiva e la composizione, incoraggiando i fotografi a pensare in modo critico e a pianificare con maggiore attenzione l’inquadratura.

E TU DA CHE PARTE STAI, CON AI O CONTRO AI?

 

Facilità d'Uso: Le applicazioni di fotografia assistita da AI semplificano la creazione e la modifica delle immagini. Strumenti come i filtri automatizzati e i ritocchi intelligenti consentono anche ai principianti di ottenere risultati di alta qualità senza le conoscenze tecniche necessarie in passato.

 

Efficienza: L'AI può velocizzare notevolmente il processo di editing. Funzioni come il riconoscimento facciale e la segmentazione automatica semplificano il lavoro di fotografi professionisti, che possono dedicare più tempo alla creatività anziché alle operazioni tecniche.

 

Accessibilità: La democratizzazione della fotografia è uno dei maggiori vantaggi dell'AI. Oggi, chiunque possieda uno smartphone può scattare foto straordinarie grazie a funzioni come il miglioramento automatico delle immagini e la stabilizzazione video.

 

Creatività Illimitata: Gli algoritmi AI possono generare immagini originali e ispirare nuovi stili artistici. L'uso di reti neurali generative ha dato vita a opere d'arte e fotografie che sfidano la nostra comprensione tradizionale della creatività.

 

Analisi dei Dati: L'AI può analizzare enormi quantità di dati visivi per identificare tendenze e preferenze del pubblico, fornendo ai fotografi e alle aziende preziose intuizioni per le loro campagne di marketing.

 

 

Perdita dell'Autenticità: Uno dei principali timori riguarda la questione dell'autenticità. Le immagini create o modificate dall'AI possono dare vita a lavori che sembrano reali, ma che sono totalmente artificiosi, sollevando interrogativi sull’integrità della fotografia come forma d’arte.

 

Disoccupazione: Con l'automazione delle attività di editing e la capacità dell'AI di generare immagini, esiste la preoccupazione che molti professionisti del settore possano perdere il lavoro, portando a una diminuzione delle opportunità per i fotografi tradizionali.

 

Etica e Copyright: La facilità di creazione e modifica delle immagini ha riacceso il dibattito sul copyright. Chi detiene i diritti di un'immagine generata da un'AI? Le implicazioni legali e etiche sono complesse e necessitano di ulteriori riflessioni e normative.

 

Impatto sulla Creatività Umana: C'è il rischio che i fotografi possano diventare eccessivamente dipendenti dall'AI, portando a una diminuzione della creatività umana. Se le macchine diventano i principali creatori di immagini, cosa accade al valore della visione artistica personale?

 

Manipolazione e Disinformazione: La capacità di modificare e generare immagini realistiche alimenta anche il fenomeno della disinformazione. Immagini false possono essere create e diffuse facilmente, minando la fiducia del pubblico e contribuendo alla diffusione di notizie false.

FOTOGRAFIA A RISCHIO?

 

La fotografia tradizionale si basa sulla creatività e sulla visione artistica dell'individuo, qualità che sembrano difficilmente riproducibili da una macchina. Tuttavia, applicazioni e software powered by AI, come DALL-E, Midjourney e Photoshop con funzioni di intelligenza artificiale, stanno cambiando le regole del gioco. Questi strumenti non solo sono in grado di modificare immagini esistenti con facilità, ma possono anche generare immagini completamente nuove partendo da semplici descrizioni testuali per ottenere immagini in modo rapido e a costi ridotti, riducendo così facendo la domanda dei servizi fotografici tradizionali. Il declino della domanda potrebbe avere un impatto diretto su un settore già afflitto da sfide economiche.

Secondo l'Associazione Nazionale dei Fotografi Professionisti, il numero di fotografi è diminuito del 25% negli ultimi dieci anni. La disoccupazione e la riduzione dei guadagni non colpiranno solo i fotografi di eventi e matrimoni ma anche i professionisti di settori specifici come quelli editoriali e pubblicitari, dove il valore della creatività e dell'interpretazione visiva viene sempre più messo in discussione.

DEMOCRATIZZAZIONE

 

Oggi, chiunque può condividere la propria vita e la propria arte visiva con un pubblico globale, senza la necessità di passare attraverso gallerie d'arte o riviste. Questa accessibilità ha incoraggiato una nuova generazione di artisti e fotografi amatoriali a esprimere la propria creatività e a esplorare nuove forme di narrazione visiva.

Inoltre, il feedback immediato che si riceve sui social media ha stimolato la nascita di comunità fotografiche online, dove le persone possono condividere consigli, tecniche e ispirazioni. Questo ha creato una cultura dell'apprendimento collaborativo, rendendo la fotografia non solo un'attività individuale, ma anche un'esperienza sociale e collettiva.

 

La democratizzazione della fotografia ha anche portato a una maggiore inclusività nel campo della creatività visiva. Fino a poco tempo fa, i fotografi provenienti da contesti svantaggiati o marginalizzati si trovavano di fronte a barriere significative nel far sentire la propria voce. Le piattaforme digitali hanno cambiato questo scenario, dando visibilità a narrativi e prospettive diverse che erano precedentemente trascurate.

Oggi, possiamo assistere a una varietà di stili e tematiche fotografiche che riflettono un'ampia gamma di esperienze umane. La fotografia è diventata uno strumento potente per raccontare storie, denunciare ingiustizie e creare consapevolezza su questioni sociali, politiche e ambientali. Guardando al futuro, la democratizzazione della fotografia sembra destinata a continuare. Tecnologie emergenti, come la realtà aumentata e virtuale, offrono nuovi orizzonti per la narrazione visiva. Allo stesso tempo, l'intelligenza artificiale sta cominciando a influenzare il modo in cui creiamo e interpretiamo le immagini, rendendo possibile la generazione automatica di opere fotografiche. In aggiunta, l'avvento di software di editing fotografico come Adobe Photoshop e Lightroom ha reso possibile apportare modifiche e miglioramenti ai propri scatti con una facilità impensabile. Le tecniche di post-produzione, un tempo riservate a fotografi professionisti e laboratori specializzati, sono ora a portata di mano per chiunque desideri perfezionare le proprie fotografie.

 

MENTIRE LA REALTA'

 

Il cervello umano, è il centro di comando del nostro sistema nervoso. Consiste di miliardi di neuroni che comunicano tra loro attraverso connessioni sinaptiche. Questa rete intricata è responsabile di funzioni che spaziano dalla regolazione delle funzioni vitali, come la respirazione e il battito cardiaco, fino a quelle più complesse, come il pensiero critico e la creatività. Gli studi di neuroimaging hanno rivelato che diverse aree del cervello si attivano in risposta a stimoli specifici, ma ciò che rimane misterioso è come queste attività neurali diano origine all'esperienza soggettiva della realtà. La mente, spesso descritta come l’insieme delle nostre esperienze, pensieri e emozioni, gioca un ruolo cruciale nel modo in cui interpretiamo il mondo che ci circonda. La percezione non è un semplice riflesso della realtà esterna; è un processo attivo e selettivo influenzato da molteplici fattori, tra cui l’educazione, la cultura e le esperienze personali. Ciò significa che due persone possono vivere la stessa situazione ma percepirla in modi radicalmente diversi.

Le esperienze sensoriali si traducono in informazioni che il cervello elabora. Attraverso questo processo, la nostra mente crea una rappresentazione interna della realtà. Tuttavia, questa rappresentazione può essere distorta da pregiudizi cognitivi, emozioni o stati d’animo, influenzando le decisioni che prendiamo e il modo in cui interagiamo con gli altri. Un altro aspetto intrigante della relazione tra mente e realtà è l'idea che la realtà stessa possa essere una costruzione sociale. Sociologi e psicologi hanno dimostrato che le norme culturali e i valori condivisi plasmano le nostre prospettive su ciò che è considerato "reale". Ciò si riflette in vari ambiti della vita, dalla politica all’arte, fino alla scienza. La realtà non è quindi un dato di fatto oggettivo, ma una combinazione di vissuti e convinzioni sociali. Le neuroscienze hanno anche rivelato che la nostra immaginazione gioca un ruolo cruciale nel costruire la nostra realtà. Quando immaginiamo eventi o situazioni, diverse aree del cervello si attivano come se stessimo vivendo quell’esperienza, mostrando che la mente è capace di "creare" realtà anche in assenza di input esterni. Questa scoperta ha importanti implicazioni nel campo della terapia e della salute mentale, poiché strategie come la visualizzazione possono avere un impatto positivo sul benessere psicologico.

 

In un mondo in cui la soggettività è spesso confusa con oggettività, è fondamentale ricordare che la nostra percezione della realtà è influenzata tanto dalla fisiologia del cervello quanto dalle esperienze e dai contesti culturali che modellano le nostre menti.

MA DAI? CHE FICATA?

Negli ultimi decenni, l'arte concettuale ha guadagnato una crescente attenzione, mettendo l'accento sull'idea e il processo creativo più che sul prodotto finale. Artisti come Marcel Duchamp e Sol LeWitt hanno sfidato le nozioni tradizionali di bellezza e tecnica, suggerendo che l'atto di pensare e pianificare un'opera d'arte possa essere, di per sé, sufficiente per definirla arte.

SROTOLANDO LA MATASSA

 

Il fotografo artista si colloca in una dimensione intima e personale. La sua missione non è solo catturare la realtà, ma reinterpretarla attraverso una sua visione soggettiva. Ogni scatto diventa un'opera d’arte, concepita per evocare emozioni, stimolare riflessioni o questionare concetti e ideologie.

Spesso, il fotografo artista sostiene una ricerca tematica, esplorando argomenti che spaziano dalla critica sociale all’introspezione personale. Le mostre, i portfolio e le pubblicazioni specializzate diventano i mezzi attraverso cui la sua opera viene riconosciuta e apprezzata. In questo mondo, il valore non è determinato dal mercato, ma dalla capacità di suscitare un impatto emotivo e intellettuale nel pubblico. Le opere di artisti come Cindy Sherman o Andreas Gursky sono esempi lampanti di questo approccio: immagini che invitano lo spettatore a entrare in una dimensione più profonda e complessa dell’esistenza umana.

 

Dall’altro lato, il fotografo commerciale opera in un contesto radicalmente diverso. Qui, il focus è sulla soddisfazione di un cliente specifico, che può variare da aziende, brand a pubblicazioni e agenzie pubblicitarie. L’obiettivo principale è generare un impatto commerciale, attraverso immagini che possano promuovere un prodotto o un servizio e, in ultima analisi, vendere.

Questa tipologia di fotografo deve interpretare e tradurre le esigenze del cliente in immagini efficaci e attraenti. La comprensione del target di riferimento, delle tendenze del mercato e delle strategie di marketing diventa fondamentale. Le sessioni fotografiche commerciali richiedono spesso pianificazione, collaborazione e un’attenzione ai dettagli che può risultare oppressiva ma necessaria per ottenere il risultato desiderato.

Photografti noti come Annie Leibovitz e David LaChapelle dimostrano l’abilità di unire tecnica e creatività per produrre immagini che siano commercialmente valide, ma che possano anche contare su un forte impatto visivo e narrativo. Nonostante queste distinzioni, è interessante notare che i confini tra fotografia artistica e commerciale non sono sempre così netti. Molti fotografi si muovono fluidamente tra i due mondi, spesso influenzandosi a vicenda.

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© GIANNI BOATTINI